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"Mirari", il libro di Antonella Casaburi sta diventando un caso letterario



Antonella Casaburi è nata a Vallo della Lucania nel 1980, dopo la maturità classica si trasferisce a Roma, dove si laurea con lode in Storia della Critica Letteraria Italiana all’Università “La Sapienza”. Esperta e traduttrice di ungherese, docente di Lettere,


"Mirari” è il suo

romanzo d’esordio numerose volte recensito su riviste nazionali, esposto al Salone Internazionale del Libro di Torino e alla Fiera del Libro di Roma.

A un anno dalla pubblicazione, Antonella Casaburi svela: “Il seguito di ‘Mirari’. avrà per protagonisti nuovi borghi cilentani”.


Un anno fa, il 24 maggio 2021, l’editore romano Lastarìa, in collaborazione con l’Agenzia Letteraria Delia, dava alle stampe “Mirari”, l’esordio letterario della cilentana Antonella Casaburi. Il romanzo, che narra la storia di sei sconosciuti viaggiatori le cui vite si intrecciano su un treno diretto nel Cilento, si è rivelato subito un folgorante successo letterario: presentato in tutta Italia e recensito dalla critica nazionale. “Non più un caso che il mio romanzo sia dedicato al Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano: il Cilento non è un semplice sfondo alla trama, ma è l’ indiscusso protagonista intorno a cui ruota l’intera narrazione. I paesaggi di Paestum e Agropoli che si affacciano dal finestrino, la villa alle spalle della Torre di Velia, Sapri e gli altri borghi descritti, sono loro i protagonisti.”


Entro fine anno uscirà il seguito di ‘Mirari’, ma l’autrice non svela i luoghi in cui si svolgeranno le nuove vicende; conferma però che alcuni resteranno protagonisti, come la villa affacciata sul mare alle spalle dei Velia, e aggiunge: “Altri nuovi se ne stanno aggiungendo; si tratta di luoghi in cui ‘Mirari’ è stato presentato: borghi che talvolta non conoscevo, o che ho riscoperto; incantevoli scorci di Cilento che hanno catturato il mio interesse fino a decidere di renderli sfondo ideale per le nuove vicende di Giulia e degli altri protagonisti.


Il Cilento è territorio ricco di aree protette, bellezze naturali e biodiversità, un patrimonio unico e prezioso da fruire e tutelare. Un ‘paesaggio culturale’ che si affaccia sulla costa, carezza morbide colline e si erge su zone montuose solcate da vallate in cui scorrono fiumi e si si celano grotte di origini carsiche. Una geoparco che con la magnificenza di Paestum e Velia testimonia la grandiosità della Magna Grecia, è luogo di nascita della Dieta Mediterranea, e offre occasioni uniche di percorsi naturalistici che dal mare portano alla montagna. Il mio romanzo Mirari è una ‘guida narrata’ per i viaggiatori e per gli stessi cilentani che vogliano scoprire le innumerevoli ricchezze naturalistiche, archeologiche ed enogastronomiche offerte dal Parco. Il prof. Limongi ha definito il testo come “un elogio del dialogo”: “È un libro denso di dialoghi, di scambi di battute, una esaltazione dello stesso, laddove in due anni di pandemia abbiamo dovuto fare i conti più con i monologhi. Ho visto una tessitura di rapporti umani” per cui il libro, pagina per pagina è apparso a Limongi come il raccordo dei dialoghi tra i personaggi e quindi le parole e le sensazioni che offrono al lettore, evidenziano il raccordo tra i personaggi stessi.


Limongi in una presentazione che si è tenuta lo scorso annonha spiegato che si tratta della storia di una ragazza di origini cilentane che torna nel suo Cilento per ragioni familiari. “Altro elemento importante è proprio il treno che non è solo un mezzo di trasporto, piuttosto un contesto sociale nel quale si recupera il dialogo e questi diventa anche il modo con cui i personaggi trasformano la loro vita.” Ha poi chiarito che si sta parlando di “un treno che non c’è più. Nei treni, difatti, non si dialoga più, però nel libro c’è un invito a recuperarlo. Il viaggio che trasforma. I personaggi partono in un modo e arrivano in un altro modo” e sembrano tutti, dal punto di vista esistenziale “attivati al cambiamento”. "Mirari" è l’espressione più riuscita della dimostrazione dell’amore che lega l’autrice alla propria terra.


Quel Cilento luogo dell’anima che diventa il vero protagonista del romanzo”.In effetti questo è lo scopo del mio romanzo. Ho accompagnato il lettore nella scoperta . Giulia, la protagonista del romamnzo, conserva le le proprie radici e la propria identità, perché Giulia è figlia di emigranti, di persone che si sono trasferite a Roma per lavoro. Lei torna nel Cilento per caso e tante cose avvengono così come è stato detto dai relatori”. Ha poi sottolineato la valenza che nel viaggio assume l’incontro tra i sei personaggi, passeggeri del treno. Un incontro di altri tempi, come avvenivano decenni prima di ora, sui vecchi treni Intercity che venivano ed andavano al sud. “Un qualcosa che noi pendolari conosciamo. Sebbene si tratti di un romanzo di pura fantasi- dice l'autrice-tuttavia non si può parlare di qualcosa che non si conosce ed io ho frequentat questi treni, ho incontrato sguardi e scambiato parole con questo tipo di persone”.

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